Parliamo dell'ansia che ci fa stare male
Ciao! benvenut* su
"L'ansia mi blocca e non mi fa dare gli esami".
È un grande periodo. Per me (sessione a parte, ovviamente), per Zeta, per tutto. Stanno succedendo tante cose carine che il prima possibile saprai. Anche perché, se le belle notizie non vengono condivise, non hanno lo stesso effetto.
In queste due settimane che siamo stati lontani Zeta è andata a Milano. Andrea, Leonardo e Gabriele sono andati all'incontro di Volt, che ci aveva invitato come relatori a un incontro sulla salute mentale. Loro sono stati bravissimi ed è stata un'esperienza molto formativa.
Detto questo, iniziamo!
Sentirsi soli con la propria ansia
Questo che stai leggendo sarà un numero molto intimo. Con intimo intendo che oggi parliamo di ansia condividendo a vicenda le nostre esperienze. Voglio sfruttare questo spazio che abbiamo a disposizione per conoscerci meglio, per questo anche se siamo solo alla terza uscita di Direct, mi sembra giusto parlare di qualcosa che mi tocca così da vicino.
Nei giorni scorsi su Instagram vi avevo chiesto di compilare un form e condividere con me qualche vostra esperienza con l'ansia. Un po' per esorcizzare ciò che ci fa più paura, un po' per condividere, un po' perché se avessi parlato solo io non sarebbe stato poi così interessante.
Mi sono sempre sentito molto solo nel mio rapporto con l'ansia. Non nel senso che non abbia avuto persone che mi hanno aiutato, anzi. Intendo che ho sempre pensato di essere l'unico che soffriva di ansia. Non mi sono mai sentito libero di parlare del mio rapporto con l'ansia proprio perché temevo di essere guardato con sguardo interrogativo o, nel peggiore dei casi, con sguardo giudicante. Poi però ho iniziato a capire che in fondo tutti soffriamo di ansia, semplicemente la esprimiamo in modi diversi.
Io, ad esempio, ho due principali e fastidiosissime modalità di somatizzazione: mal di pancia e mal di stomaco che provoca nausea. Come dicevo, mi sentivo molto solo in questo. Poi ho fatto delle ricerche, ho approfondito il tema e ho scoperto che a livello globale sono i sintomi più frequenti.
Sempre facendo delle ricerche online, ho conosciuto Jean Twenge, una psicologa americana specializzata nella Generazione Z. Ha condotto uno studio su disturbi mentali, come ansia e depressione, pubblicato sul Journal of Abnormal Psychology che ha coinvolto oltre 200.000 adolescenti di 12-17 anni tra 2005 e 2017, e quasi 400.000 adulti di 18 anni o più per un periodo che va da 2008 a 2017.
Il tasso di individui che hanno riferito sintomi depressivi è aumentato al 52% negli adolescenti tra 2005 e 2017 (passando dall'8,7% al 13,2% dei teenager) e al 63% tra i giovani adulti di 18-25 anni tra 2009 e 2017 (passando dall'8,1% al 13,2%).
Come somatizzate voi l'ansia
Racconta un episodio in cui l'ansia ti ha bloccato/a
Nell’ultimo anno mi è capitato spesso di rinunciare a prendere parte ad uscite o eventi perché lo percepivo come un impegno più che come uno svago, proprio perché ero divorata dall’ansia ogni volta.
Situazione lavorativa. Per "fortuna" lavoravo da casa. Ho cominciato a respirare con affanno e a piangere.
Avevo talmente paura di non farcela con i soldi a fine mese che sono stato a letto per un giorno intero...poi meditando e grazie agli amici è andata bene
Dopo il lockdown mi sono ritrovata a dover avere la mia prima interazione sociale con un commesso di un negozio. Ricordo di essermi bloccata davanti alle sue domande alle quali risposi con la voce tremante
Solo qualche giorno fa dovevo uscire per una serata tra amiche. Sono le mie migliori amiche, le conosco da sempre, eppure avevo la nausea e l'ansia di non so neanche cosa, tanto che a cena non sono riuscita a mangiare quasi nulla, nonostante mi stessi divertendo.
In quarto liceo, prima di una verifica di latino (una delle tante nel periodo pre vacanze di natale) ho avuto un attacco di ansia/di panico alle 2 di notte. Crisi di pianto, brividi e crisi esistenziale che mi hanno lasciato sveglia fino alle 4.
Ho annullato un colloquio di lavoro perché avevo ansia che quel lavoro mi portasse ansia. Un corto circuito assurdo
Per concludere, ho avuto la fortuna di impreziosire l'approfondimento di oggi con la collaborazione di due Psicologhe, che ho contattato e cui ho posto una domanda a testa. Oltre alle esperienze personali e alle ricerche online, volevo avere un'analisi scientifica e affidabile su un paio di dubbi che avevo.
La mia domanda alla Dottoressa Lara Pelagotti.
Federico: "È vero che i giovani che appartengono alla Generazione Z hanno più ansia rispetto alle generazioni passate? Se sì, perché?"
Lara Pelagotti: "Allora, quello che sappiamo è che tra la popolazione giovane c'è stato un maggior numero di accessi agli psicologi per problematiche legate all'ansia, soprattutto nel post Covid. Non sappiamo se questo sia indicatore del fatto che sono aumentate le problematiche di ansia oppure se è aumentata la sensibilità e la cultura sulla salute mentale. Sostanzialmente l'aspetto positivo è che le persone più giovani hanno meno pregiudizi e stigma sulla salute mentale e quindi chiedono più facilmente aiuto rispetto a quanto accadeva anni fa, questo grazie anche al maggior numero di informazioni, social, divulgazione che si fa sulla psiche. Per esempio questa tendenza si è vista anche sulla popolazione maschile, da sempre più vittima di stereotipi rispetto alla salute mentale ed alle emozioni (" un uomo non piange" ," non si mostra fragile" etc...) e che invece ultimamente non è così pregiudizievole sul prendersi cura di sé. Al netto dei tabù ancora presenti, ma che si stanno un po' sgretolando, dall'altra parte dobbiamo dire che ansia è un termine cappello: l'ansia è la condizione che sottostà a tutte le condizioni di disagio psichico, quindi andrebbe compreso anche cosa si cela dietro l'ansia: paura di non riuscire, di fallire, di non essere abbastanza, di essere criticati, di non eccellere, delle proprie emozioni, quindi di perdere il controllo, della percezione di incertezza del mondo. Capendo cosa si cela dietro l' ansia si può anche capire come fare in modo che l'ansia volga a proprio favore. Mi spiego: l' ansia nasce quando viviamo un conflitto tra ciò che abbiamo/siamo e ciò che vorremmo/ vorremmo essere, quindi può essere anche usato come indicatore prezioso per cercare di andare nelle direzioni per me importanti".
La mia domanda alla Dottoressa Irene Cane.
Federico: "Pensa che i giovani diano abbastanza importanza alla propria salute mentale? Pensa che sia ancora un argomento tabù anche tra giovani quello della psicoterapia?"
Irene Cane: "Dal mio punto di vista, penso che i giovani di oggi siano molto sensibili alla tematica e che i social media stiano aiutando la società ad abbattere i pregiudizi e lo stigma verso il malessere psicologico. Sono loro i primi sostenitori di questo cambiamento, sanno come muoversi sui social e come utilizzare il mondo digitale per reperire informazioni e condividere i propri vissuti. Per questo, riescono ad essere più consapevoli della propria salute mentale e cercano aiuto laddove ne sentano il bisogno. Questo lo riscontro tutti i giorni sia nella mia pratica clinica, lavorando con pazienti giovani, sia su Instagram, dove ricevo spesso domande e richieste di aiuto. Tuttavia, nel periodo in cui ho insegnato come professoressa di psicologia presso un liceo, ho notato che la maggior parte degli studenti provava vergogna nel prenotare un appuntamento presso lo sportello d’ascolto, per timore del giudizio altrui: è come se, con i compagni di classe, si potesse parlare di psicologia solo su un piano generico, mentre la richiesta individuale di aiuto dovesse essere nascosta agli occhi degli altri e questo mi fa pensare che, probabilmente, del tabù è rimasto. Gli studenti dovrebbero sentirsi liberi di potersi recare dallo psicologo senza ritrovarsi addosso gli occhi dei compagni di classe che stanno svolgendo la lezione. Quindi, per rispondere alla tua ultima domanda, credo che i giovani non abbiano difficoltà nel parlare di psicoterapia se si trovano in un ambiente protetto, con amici stretti o con altre persone che reputano affidabili, così come non hanno paura di mostrarsi sui social per parlare di tematiche psicologiche, quando si sentono abbastanza sicuri nel farlo, ma sicuramente dobbiamo ancora compiere dei grandi passi per portare la società a comprendere che la malattia mentale deve essere equiparata a quella fisica e, pertanto, non discriminata e giudicata."
Ringrazio entrambe le Dottoresse per il prezioso intervento e per averci dato la possibilità di scavare in modo più professionale nel tema dell'ansia.


'Sì, ma io come campo?', è il nome della rubrica lanciata da una ragazza ventisettenne, Carmen Zaira Torretta. L'obiettivo è raccogliere storie di sfruttamento lavorativo di giovani in Italia. Lei, ad esempio, dopo 2 lauree ed esperienze lavorative all'estero, si vede continuamente respinta e mal retribuita.
Una coppia iraniana di ventenni è stata condannata a 10 anni di carcere dopo aver pubblicato un video in cui ballava per strada. L'arresto dei due ragazzi è avvenuto dopo che avevano pubblicato il video sui loro account Instagram.


Questo forse è il miglior consiglio che io abbia mai dato. È il sito semplicemente DEFINITIVO se devi scrivere la tesi. Cerchi un argomento che ti interessa e, oltre a darti tutti i risultati di vari articoli pubblicati, ti mostra i collegamenti di ogni paper a temi simili con una grafica super intuitiva (e anche divertente). Usalo/Mandalo/Diffondi il verbo.
Questo sito ti sarà utile quando dovrai fare un qualsiasi tipo di illustrazione (che sia logo, slide, elemento singolo o presentazione), e lo vorrai rendere figo. Lo personalizzi in pochi secondi e avrai qualcosa che nessun'altro ha.


Non lo so perché, ma questo video che descrive una scena assurda di un film indiano mi ha interessato più del previsto. L'ho visto svariate volte, lo ammetto.
"Quando fai un figlio con una persona bassa, stai potenzialmente salvando il pianeta". Lo dice un articolo del New York Times. Letteralmente, a quanto pare, non c'è stata epoca migliore di questa, per essere bassi.
La fine della storia che ti raccontavo in questo video è che Choi e Shin sono riusciti a fuggire mentre giravano un film chiedendo aiuto all'ambasciata americana, mentre Kim Jong-il è riuscito a consolarsi diventando Presidente della Corea del Nord. Puoi sentire tutta la sua storia in questo bellissimo podcast.
🧐
- Pssst... angolo marchettata -
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Dato che lo so che oggi il numero è stato emotivamente provante, ci riprendiamo alla grande. Scopertine è una figata. È stato creato da Alessia Giulia e Vittorio, che evidentemente oltre a essere dei lettori accaniti, hanno anche un grande senso dell'ironia. È il progetto perfetto "per chi giudica i libri dalla copertina", come dicono loro. Ma anche per chi ama leggerli, i libri. Sul loro profilo puoi trovare qualsiasi tipo di libro con il titolo, l'autore o qualche altra cosa storpiata in modo brillante. Se vuoi un esempio, puoi leggerlo qui sotto, dato che hanno prodotto per Direct una Scopertina originale ed esclusiva. Grazie per il contributo.




Stavolta non ci sarà l'Inside Zeta, che il numero è già bello pieno. Ma non ti preoccupare che al prossimo giro ci rifacciamo.
Chiudiamo così il terzo numero. Se ti è piaciuto, ti chiedo di inoltrarlo a una persona interessata. Tu ci metti massimo 5 secondi, per me vuol dire tantissimo.
Ci sentiamo tra due giovedì! 🚀💛
